Una legge di stabilità regionale costellata da buone intenzioni ma con molte incognite. Aurelio Pace (PpI Basilicata)
POTENZA – La lunga maratona notturna che il Consiglio Regionale ha vissuto ci consegna una legge di stabilità costellata da molte buone intenzioni e da poche poste certe di spesa. Poca progettualità sulla spesa corrente, molto rimandato ai fondi strutturali ed all’Europa. Una manovra che ha risentito del prosciugamento di risorse dovute ai tagli di circa cinquanta milioni di euro imposti dal Governo nazionale, capace più di indurre a sacrifici gli enti locali che a tagliare i costi centrali, e della riduzione del prezzo del barile di petrolio e, conseguentemente, dalle disponibilità percentuali nostrane.
Proprio questo ultimo dato ci consegna una Regione che ha usato troppo spesso i fondi del petrolio per la spessa corrente e troppo poco per gli investimenti: unica strada per lo sviluppo. Il lavoro che non sic crea per decreto vede, in ogni emergenza, un intervento del pubblico che costituisce un tampone che non offre garanzia di occupazione vera e precarizza anche la speranza. Su questo tema si inserisce l’ulteriore “regalo” del governo centrale che abbandona le Regioni di fronte alla questione aperta, da noi in maniera sempre più drammatica, degli ammortizzatori sociali.
A carico delle Regioni la spesa e, ironia della sorte di un tempo di populismo, anche le critiche. La legge di stabilità ha evidenziato, inoltre, la grave crisi di una parte determinante del sistema lucano degli enti locali: dalla Provincia di Potenza e di Matera, vittime delle riforme monche di Renzi, e del Comune di Potenza, che vive la stagione del risanamento. Buona la reintroduzione del fondo di coesione, essenziale per la vita e i servizi dei piccoli comuni lucani.
In un quadro con questo contesto di partenza le poche luci sono rappresentate da buoni strumenti predisposti per monitoraggio ambientale ed epidemiologico e dal ripristino di misure a sostegno degli enti locali sui quali si riversano bisogni ed esigenze dei nostri cittadini. Leggiamo positivamente la presa di coscienza del Governo regionale di dover ripensare alcuni settori strategici e di immaginare contenitori e percorsi che siano coerenti con il rilancio di risorse come l’acqua: capaci di assicurare un protagonismo extraregionale alla Basilicata. In questo contesto i consiglieri hanno elaborato una serie di preziosi emendamenti, frutto di una forte concertazione, che migliorano ed articolano la legge di stabilità rendendola più vicina al vissuto quotidiano di una Regione che ha ostinato bisogno di programmare il proprio sviluppo e di non rassegnarsi alla logica dell’emergenza. In questo il Governo regionale non ha ancora raggiunto la sufficienza.