Salatto: “Campidoglio: NO a imprenditori rampanti, SI’ a persone di legalità”
PRISMANEWS – Salatto: Se Ignazio Marino dovesse dimettersi, se dovesse cascare… In lizza per lo scranno di sindaco di Roma anche i Popolari per l’Italia con il Gen. Domenico Rossi, attuale Sottosegretario alla Difesa.
Di Roma, di Marino, di Centrodestra, di Regione Lazio, di Mafia Capitale discutiamo con l’on. Potito Salatto, vice presidente di Pi e già europarlamentare in quota PPE.
Quanto e’ deluso, oggi, Potito Salatto dal Centrodestra in Campidoglio? Lo era già prima: ma adesso? “La mia e’ una delusione complessiva, che accomuna Centrodestra e Centrosinistra. Una doppia delusione, dovuta al fallimento del ricambio della classe dirigente. Sarò forse retorico ma devo comunque dirle che – davvero – non ci sono più ne’ valori ne’ ideali… vale a dire gli strumenti con i quali, a monte, si afferma ogni capacità amministrativa”.
Onorevole, in tutta sincerità: esiste ancora un Centrodestra, in Consiglio comunale?
“Ribadisco: a Roma, come nel Paese, non esiste alcuno dei due poli! Il mutamento delle forze politiche rispetto al passato non ci permette di intravedere un futuro altrettanto nobile… In molti strati della società – cittadini, opinione pubblica, partiti – vi e’ un’indignazione verso la situazione romana, che tutti vorrebbero cambiare attraverso il voto inteso come opportunità di nuova dignità. Concordo anch’io con tale indignazione ed e’ per questo che invito calorosamente il sindaco Ignazio Marino, ancora una volta, a dimettersi”.
Giorgia Meloni lancia la propria candidatura a sindaco. Fratelli d’Italia leader dell’intero schieramento?
“Ma proprio per niente! Popolari per l’Italia ha espresso un nome, quello del Sottosegretario alla Difesa Rossi, Generale di Corpo d’armata dell’Esercito. Abbiamo inoltre espresso l’identikit di colui che dovrà sostituire Marino: non provenire dalla nomenklatura di partito; non essere imprenditore rampante; che abbia una storia personale di moralità, legalità ed efficienza. Sono stato io a proporre all’Assemblea del partito il nome di Rossi, che ha ricevuto consenso unanime. Sulle altre candidature non mi esprimo, vedremo come questa nostra posizione verrà valutata e che tipo di impatto avrà sui programmi… I Popolari per l’Italia avranno il coraggio di correre da soli, se necessario”.
A proposito di imprenditori: Alfio Marchini e’ ospite fisso dei salotti tv. A parte che sarà tutto da verificare come esponente di Centrodestra, lei ritiene sia estraneo a ogni confitto d’interesse?
Per noi di Prismanews il giudizio e’ negativo, memori del modo con cui si sottrasse alle nostre domande… “La storia ci fornisce risposte eloquenti. La mentalità imprenditoriale ha una cultura che non si concilia con quella politica; voglio dire che, alla fine, si ritrova priva di quella fantasia amministrativa e di quella capacità di mediazione che servono come il pane nel momento della scelta. Far politica significa avere una visione ‘non proprietaria’ dell’Amministrazione che si rappresenta. Che tutti noi si sia in campagna elettorale e’ vero, così come e’ vero che Marchini strizza l’occhio sia a Sinistra che a Destra: avrà mica un tic alle palpebre?”.
Popolari per l’Italia: hanno i numeri, la forza, gli argomenti per dare la scossa alla loro area? Possono essere traino?
“Di certo siamo fra i pochi, se non gli unici, che – non solo nella nostra area – possono aprir bocca: in Campidoglio infatti non ci siamo. La sfida che abbiamo davanti e’ enorme, ma ciò non ci deve impedire di auspicare il cambio di mentalità degli elettori. Ricordo una massima di Nathan, storico sindaco della Capitale: ‘I cattivi amministratori sono eletti da bravi cittadini che non votano’. Non a caso Marino e’ stato eletto da meno della metà dei Romani”.
Scoppiata ‘Mafia Capitale’, Ignazio Marino e’ corso in Procura a portare le carte, dicendo di avere sospetti: ma come mai sospetta soltanto adesso?
Soltanto adesso vede cose che in precedenza gli apparivano normali? “Il sindaco merita di essere mandato via per inefficienza amministrativa. Una inefficienza aggravata dal mancato controllo sui vincitori di gare che avevano come posta cifre stratosferiche. Si sono approvate delibere di milioni di euro senza che nessuno si sia mai posto il problema del controllo diretto di come quei soldi venissero spesi… Marino e’ il classico politico che si arrampica sugli specchi, che cerca con i rimpastini di Giunta di cambiare destino al proprio fallimento, mentre in realtà rimarranno solo le sue incapacità e le sue dichiarazioni mendaci!”.
Chiudiamo con un riferimento alla regola della ‘simmetria’, una delle più ferree in politica. Se cade la Giunta Marino potrebbe essere segnata anche quella di Nicola Zingaretti in Regione? Anche perché lì rimane parte la questione, non risolta, del caso Leonori-Di Stefano.
“A parte che la Giunta Marino e’ invisa non solo a parte del PD ma a ben 8 cittadini su 10, di Zingaretti sottolineerei il nervosismo in occasione di inchieste televisive sulle spese eccessive legate alle dirigenze esterne e agli assessori esterni. Il rischio che corre la Regione Lazio e’ che si dimostri l’inconsistenza di certa auto-esaltazione mediatica. Sono settimane che noto un Governatore assai nervoso, tanto nervoso che mi verrebbe da suggerirgli uno ‘Stai sereno’…”.