ROMA/ “Disastro Roma, non è colpa di Marino. C’è un suo sosia al Campidoglio”
AFFARITALIANI -La provocazione di Potito Salatto vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia. – “Un giorno, sperando di poter ritornare in Parlamento, si taglierà la barba che gli consente di non identificarsi con i suoi manifesti elettorali affermando che lui non ha mai fatto il sindaco”. –
Mi dispiace per gli innumerevoli detrattori di Marino, ma se c’è una grande capacità che va riconosciuta al sindaco di Roma capitale, è quella di sapersi celare abilmente.
Lo ha fatto lasciandosi crescere una folta barba che consente di non identificarlo con i suoi manifesti elettorali. Lo fa attribuendo ad altri le magagne derivanti dalle multe da lui non pagate o dai parcheggi non in regola della sua auto. Continua a farlo dichiarando urbi et orbi, al di là di quello che appare nelle foto, di non aver mai frequentato Buzzi. Per non parlare del suo continuo scaricare sulle precedenti amministrazioni rapporti non trasparenti affermando in modo perentorio che la sua amministrazione è immune da qualsiasi inchiesta della magistratura. Dimentica in verità che membri di Giunta e consiglieri del suo partito sono ritenuti attori nelle vicende di mafia capitale.
Adesso è la volta di affittopoli, per la quale vuole apparire come moralizzatore pur pagando, per i locali della sua associazione, un canone irrisorio e tralasciando il fatto che nel corso della sua gestione (a febbraio 2014) la commissione Patrimonio ha deciso il rinnovo della concessione di locali alla Cooperativa 29 giugno di Buzzi con sette voti favorevoli su otto presenti.
S’infuria con Questura e Prefetto per quanto successo con i tifosi olandesi accusandoli d’inefficienza, ma non dice che in quei momenti lui non era in Campidoglio pur facendo parte del comitato per la sicurezza. D’altro canto, stranamente, ogni volta che a Roma succede qualcosa, è sempre fuori città o all’estero.
Ha dunque una capacità di dissimulazione che lo porterà un giorno, sperando di poter ritornare in Parlamento, a tagliare la barba e ad affermare che lui non ha mai fatto il sindaco.
A riprova di questa sua tesi esibirà le foto nelle quali Roma appare completamente disastrata e abbandonata a se stessa. Dirà che non è stata colpa sua. E nessuno potrà non credergli.