Mauro: “Renzi la speranza? Attenti alle cocenti delusioni”

Presentazione del nuovo progetto politico dei "Popolari per l'It

 

LASTAMPA – Intervista a Mario Mauro di Giacomo Galeazzi – Nel 2011 c’era Napolitano, nel 2012 Monti, l’anno scorso Letta. Il Meeting che comincia oggi a Rimini non ha star della politica in calendario. Il ciellino Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia ed ex ministro della Difesa, attribuisce al «mutato scenario internazionale» la trasformazione «global» della kermesse di Comunione e Liberazione.

È stata la decisione di Renzi di non prendere parte al Meeting a suggellare la scelta di tenere basso il profilo politico della manifestazione?  

«Aver affidato l’apertura al francescano Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, sposta il centro geopolitico sul crocevia tra le coste del Libano e il Golfo Persico, dove si decidono le sorti del pianeta a dispetto degli Stati Uniti che hanno abbandonato l’area per tutelare i loro interessi sul Pacifico. Ma lì c’è per l’intera umanità il discrimine tra pace e guerra, civiltà e baratro. Inoltre, tra discriminazioni e persecuzioni, è in corso una guerra ai cristiani. Iraq, Cina, India, Corea, Turchia, Sudan, Cuba, Indonesia, Pakistan, Somalia, Nigeria: la vita delle minoranze cristiane è resa impossibile dall’odio fondamentalista di gruppi che, in nome di un Dio usato come pretesto per un progetto di dominio, le perseguitano senza tregua»

Intanto, però, la rivista ciellina Tempi intervista il premier e titola: «Il cielo sopra Matteo»…  

«Come nel resto del Paese, anche tra chi organizza e anima con generosità il Meeting, Renzi è considerato una speranza ovvero l’ultima risposta che la politica può mettere in campo. Diversamente si dovrebbe optare per qualcosa di diverso. Però non c’è cosa peggiore di una speranza cui segue una cocente delusione. E i cronoprogrammi sbandierati incautamente da Renzi mostrano la corda. Chiamando padre Pizzaballa, il Meeting fa capire a cosa serva davvero la politica ossia dare risposte alle diverse circostanze umane. Ma non a ciò che si agita nel cuore dell’uomo».

Più missione e meno potere?  

«Lo sguardo è al mondo.Dobbiamo chiederci perché ragazzi nati e cresciuti nei sobborghi di Londra o Parigi si trasformano in feroci assassini. Va scandagliata l’oscura coscienza dei jihadisti europei per tutelare la presenza cristiana in Medio Oriente. Attraverso la garanzia di queste minoranze passa la libertà di tutti. I cristiani vengono sacrificati sull’altare delle guerre di religione da operazioni ideologiche di potere. Sia nella veste dello scontro tra sciiti e sunniti, sia nell’aggressione del nemico ebraico. Quando Gesù distingue tra ciò che è dovuto a Dio e ciò che è dovuto a Cesare fonda l’esercizio della libertà».

Perché i cristiani nel mirino?  

«La loro presenza è una minaccia implacabile, dalla quale è necessario difendersi con la violenza e l’oppressione. Distruggendo una certa immagine della “mondanità”, la speranza cristiana ha smascherato i vincoli che legano l’uomo al potere inteso come “speranza patologica”, ossia totalitarismo. Come al tempo dei persecutori Nerone e Diocleziano. Il Meeting rappresenta un modo per ricordare al mondo che la testimonianza tiene desta la speranza contro la violenza della ideologia. Le comunità cristiane documentano il dramma della libertà dell’uomo di fronte al potere. Va difesa l’unicità della persona dall’inimicizia di tante oligarchie, anche di quelle rappresentate da certe influenti élites occidentali, delle dittature e di qualsiasi visione totalitaria. Da noi c’è un grande infingimento sulla storia delle radici cristiane. Eppure l’Europa sarà cristiana o non sarà».

 

Author: admin

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