LIBIA/ Mario Mauro, ruolo Mogherini mortificato. Governo non sia incerto e timido
ROMA – “Lo scenario euromediterraneo ha bisogno dell’Italia, della nostra cultura di pace profondissima, ma serve un fondamento di certezza del diritto e di capacità di esercitare la difesa dei popoli e dei cittadini che non può esser messa in discussione da nessun atteggiamento obliquo, incerto o timido”. Così il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, già ministro della Difesa, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama dopo l’informativa urgente del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sulla situazione in Libia.
“L’Italia, in ambito europeo, – ha aggiunto – fa bene a proclamare maggiore integrazione ma dovrebbe mettere qualche puntino sulle “i”. Dovevamo aspettare la nomina di un alto rappresentante dell’Unione europea italiano perché quel ruolo venisse ulteriormente mortificato escludendo la Mogherini dai colloqui sul tema del nucleare iraniano? Dovevamo aspettare la nomina di un alto rappresentante dell’Unione europea italiano perché quel ruolo diventasse marginale nel contesto della crisi Ucraina? Tutto questo riguarda la postura con cui governo italiano esercita la sua presenza nelle istituzioni internazionali. In questo Parlamento ci sarà l’appoggio di tutti perché il governo possa essere orgoglioso dell’esito delle sue azioni”.
In merito alla situazione in Libia Mauro ha ribadito che “non c’è bisogno di nessun dibattito o atto parlamentare per decidere la guerra contro l’Isis perché ci sono già atti parlamentari che autorizzano il governo a missioni militari. Penso a quelle in corso nel Kurdistan iracheno o ai tornado in attività in Siria”. Infine, ha concluso, “per far fronte al vasto flusso di migranti e profughi che ci mette in difficoltà perché non considerare la possibilità, compresa per altro in Mare Nostrum, di fare interventi a terra per distruggere in loco i barconi che costringono a morte certa i migranti?”.
18 Febbraio 2015
Non conosco il profilo (curriculum) del Commissario Barnier che ha in pratica sottratto ben due deleghe alla Mogherini, sappiamo però che del “commissariamento” (perchè di ciò si è trattato!) della nostra rappresentante noi italiani non possiamo certo andare fieri, anzi! Nè conosciamo le reali motivazioni di questa decisione del Presidente Juncker. Chiediamoci però se la designazione italiana della Mogherini (mi pare di ricordare fortemente voluta dal Presidente del Consiglio) non sia stata semplicemente accolta negli ambienti comunitari come il frutto dell’ “italico inciucio” tra i maggiori partiti nostrani, sfociante per l’appunto nella designazione di un politico approdato al rilevante ruolo di rappresentante degli affari esteri dell’Unione Europea con, mi pare, un unica (e peraltro breve) precedente esperienza internazionale di governo (per 5 mesi Ministro degli Affari Esteri nell’attuale Governo Italiano).