Cicchitto e i trasformisti del NCD
Al tempo di Craxi, Fabrizio Cicchitto era un esponente autorevole dell’ala lombardiana del PSI.Con molti altri socialisti passo’ nel 1994 armi e bagagli tra i fedelissimi del Cavaliere, sodale nella stessa organizzazione piduista del venerabile Licio Gelli.Non stupisce che, dopo la scelta del NCD di sostenere prima il governo Letta e poi quello di Matteo Renzi, ora lo stagionato ex lombardiano si esprima con lodi sperticate su “ il Bomba” di Rignano sull’Arno, l’ alleanza con il quale è ritenuta irreversibile.Tutto ciò è coerente con quella logica del trasformismo su cui regge il partito e la maggioranza del giovin signore fiorentino.Spiace il silenzio di un amico come Carlo Giovanardi o quelle della Binetti e di Buttiglione, mentre è ormai scontata la scelta a sinistra di Alfano e molti dei suoi, così come pubblicamente denunciato dall’On Nunzia De Girolamo. Non mancano alcuni amici, come l’Ing Ricci di Assisi, su cui avevamo riposto molte speranze, e altri minori ex DC “sempre pronti a salire sul carro del vincitore”. Si illudono che Renzi possa essere il fondatore del nuovo partito della nazione nel quale i cattolici democratici possano trovare rifugio.Intanto Renzi al suo PD ha già trovato collocazione sicura nel PSE, la cui cultura politica è lontana mille miglia da quella di riferimento di tutti i democratici cristiani europei e, quanto alle scelte sui valori non negoziabili, mentre al meeting di Rimini, mai come quest’anno tribuna pressoché esclusiva del potere governativo, Renzi tralascia di affrontare i temi caldi sulla famiglia e la cultura del gender, i suoi gaulaiters, Del Rio e Scalfarotto, confermano che a Settembre la legge sui diritti civili passerà con o senza il voto del NCD. Nessuna meraviglia per gli ultimi trasformisti ex DC ancora presenti in Area Popolare, più preoccupati di perdere le poltrone che la coerenza con i propri valori, mentre niente di nuovo c’é sotto il sole per i vecchi anticlericali socialisti ché, anzi, sentono più vicini il ritorno!
dell’antico e amato “ sol dell’avvenire”.Anche tra gli alti e bassi prelati ecclesiastici si impone di valutare con estrema attenzione ciò che sta accadendo sulla strada perigliosa del trasformismo renziano , sperando, che non prevalga anche tra di loro l’interesse per il “particulare”, otto per mille sicuro innanzi tutto.
Ettore Bonalberti