RIFORME/Mauro: Stato sarà “banda che ha vinto”, non voto ddl
“La nuova Costituzione riduce gli spazi di democrazia e di libertà, getta nel caos lo Stato e produce nuovi conflitti con le regioni. Uccide la speranza di un dinamismo costituzionale virtuoso perché considera lo Stato niente altro che la banda che ha vinto. Non solo: la nuova Costituzione si presenta come un esercizio di puro nominalismo, si danno nomi nuovi a problemi che non si è stati capaci, che non si è avuto il coraggio, che non si ha avuta l’intenzione di risolvere”. Così il senatore Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, annunciando che non voterà il ddl di riforma costituzionale. “E’ un errore madornale – aggiunge – immaginare che la democrazia decidente possa essere favorita dal togliere sostanza e forza alla democrazia stessa. Noi abbiamo semplicemente immaginato un percorso della dinamica legislativa nella quale è impossibile per alcuno contribuire alla decisione, ad eccezione di chi – dal punto di vista del banco del Governo – ha già deciso come debbono andare le cose. In questo testo diffondiamo a piene mani null’altro che il sentimento di una concezione proprietaria delle istituzioni che ha come esito nel tempo l’esaltazione del principio del conflitto. Tuttavia, tale conflitto non si manifesta più attraverso gli strumenti della dialettica dell’alternanza, bensì attraverso una nuova categoria: ‘quando verrà il mio tempo te la farò vedere io’. Andremo quindi avanti facendo le riforme delle riforme, perché non potremo garantire altro se non un nuovo risultato che si sostituisce al primo”. E tutto questo, conclude il presidente dei Popolari per l’Italia, “è frutto di una strategia per trovare un accordo all’interno del Pd, giunto grazie all’emendamento Finocchiaro, che ha delegittimato il modo con cui si è cercata un’intesa sulla Costituzione e che rende impossibile chiamare questa una Costituzione di tutti, perché è stato scientemente reso impossibile alle opposizioni di partecipare al progetto costituzionale. Ed è giusto che i padri prepotenti, non certo costituenti, se la votino da soli”.