L’insegnamento di Papa Francesco
Leggendo i discorsi di Papa Francesco in Equador e in Bolivia si prova un senso di conforto e di ammirazione perché si coglie pienamente il linguaggio della verità. Si sperimenta la continua pastorale esigenza di coniugare i temi della socialità dell’enciclica “ Evangelii gaudium” con quelli dell’ecologia della “ Laudato sì”.
E’ la predicazione del “Pastor angelicus” del valore dell’economia civile alternativa a quella del “turbo capitalismo finanziario”, che è una delle cause fondamentali della grave crisi economica e sociale che colpisce trasversalmente tutta la terra. E’ la conferma che l’unica speranza di un cambiamento sta nel mettere al centro la persona, la sua dignità, la comunità a qualunque etnia appartenga.
Nel triste scenario di un Occidente che sta vivendo una delle più gravi crisi dei valori, con il pensiero critico silente e la fine delle culture politiche, è ancora una volta dalla Chiesa cattolica che giunge una parola di speranza e di orientamento per tutti gli uomini di buona volontà.
Come la Rerum Novarum di Papa Leone XIII segnò l’affermazione del pensiero cattolico dell’interclassismo in uno dei momenti più complessi dello sviluppo del capitalismo, così, dalla “Centesimus Annus” del Santo Papa Giovanni Paolo II alla “Caritas in veritate “di Papa Benedetto XVI, è, ancora una volta, dalla Chiesa cattolica che giunge un’analisi organica dei problemi sorti con la globalizzazione e il trionfo del capitalismo finanziario. Un’analisi che, raccolta e ulteriormente sviluppata da Papa Francesco con le sue due ultime encicliche, offre a tutti noi i fondamentali cui riferirci nelle azioni da compiere nella “città dell’uomo”.
Non spetta, infatti, alla Chiesa, “mater et magistra”, questo compito che, invece, è affidato alla responsabilità di ciascuno di noi, tanto più se partecipanti alla comunità cristiana, e, in particolare a quanti sentono il dovere di testimoniare l’impegno dei cattolici nella vita politica.
Un dovere che molti di noi tentano di condividere, in un’Europa che ha smarrito il senso delle sue origini e sta offrendo un triste spettacolo di divisioni e conflitti, all’Est come al Sud del continente, e in un’Italia, vittima di una degrado della vita politica ai livelli più bassi della sua storia e dove solo dalla testimonianza vivente di Papa Francesco giungono riferimenti sicuri .
Ecco perché ci sentiamo impegnati, in quest’ ultimo miglio della nostra vita, a concorrere alla ricostruzione di una vasta area laica, popolare, liberale e riformista, europeista e trans nazionale, che sappia tradurre nella politica gli orientamenti pastorali della dottrina sociale profeticamente annunciata e vissuta dal Santo Padre.
Anche per questo ci ritroveremo a Rovereto, Sabato 16 Luglio, nella casa del Beato Antonio Rosmini, padre del cattolicesimo liberale italiano, per tentare di offrire un contributo responsabile all’affermazione dei principi enunciati in questi giorni da Papa Francesco nella lontana e sua amata terra da cui è stato chiamato a guidare la Chiesa di Roma.
Ettore Bonalberti