Intervista Agenparl al vice presidente dei Popolari per l’Italia e membro Ppe, Potito Salatto
AGENPARL – Di seguito l’intervista Agenparl all’On. Potito Salatto, vicepresidente dei Popolari per l’Italia, membro del bureau PPE a Bruxelles
D: On. Salatto, lei è stato un eurodeputato presente e attivo nella precedente legislatura del Parlamento Europeo. Le è mai capitato di assistere a Strasburgo al discorso di commiato di un premier dalla Presidenza del semestre UE in un’aula semi-deserta, com’è accaduto a Renzi?
R: Sinceramente mai
D: Lei ha sottolineato recentemente in un suo intervento scritto che il presidente Renzi, nel corso della marcia di Parigi, è stato piano piano relegato dal primo posto della fila accanto alla Merkel a una terza fila anonima.
R: Esatto
D: Come mai tutto ciò?
R: Purtroppo il problema è molto semplice: non godiamo più della stima dei nostri partener europei. Credete forse che le Cancellerie Europee non abbiamo visto il nostro Ministro degli Interni svolgere la sua relazione su come contrastare le ipotesi sulle azioni terroristiche nel nostro Paese in un aula del Parlamento Italiano deserta? Ciò mentre nel Parlamento francese i Deputati in piedi, per la prima volta nella storia repubblicana, cantavano l’inno nazionale. In tutta la Francia si è scesi in piazza per manifestare pur non apprezzando nel passato tutte le pubblicazioni blasfeme di Charlie Hebdo verso le religioni, soprattutto a difesa della libertà di espressione anche per chi non rappresenta opinioni unitariamente condivise. Credete davvero che all’estero non si siano chiesti come mai nessuna pubblica manifestazioni imponente come quella francese abbia avuto luogo da noi contro le violazioni del diritto internazionale commesse dall’India nei confronti dei nostri due Marò? Di fronte a una legge elettorale che non consentisse ai cittadini il diritto democratico di scegliere i propri rappresentanti, se venisse approvata dal nostro Parlamento, provocherebbe forse una discesa in piazza del popolo italiano? Non lo credo possibile.
D: Come superare questo stato di cose che certo non fanno onore alla nostra immagine internazionale?
R: C’è la necessità di una dignitosa presa di coscienza collettiva capace di riscoprire e tutelare principi e valori ritenuti ormai obsoleti da una società secolarizzata e alle prese con una crisi economica senza precedenti nel nostro periodo post-bellico. Dobbiamo, tutti, avere la forza e il coraggio di superare tutte quelle caratteristiche di Paese Mediterraneo, certamente belle dal punto di vista folkloristico, ma assolutamente insufficienti a farci giocare un ruolo internazionale politicamente adeguato.
D: Questa nostre negatività, se così le vogliamo chiamare, influenzeranno la scelta del presidente della Repubblica?
R: il presidente Napolitano si è dimesso certo per motivi di età ma ha anche dichiarato, cosa inusitata nella storia dei nostri presidenti della Repubblica, che era felice di ritornare nel focolare domestico stanco di esercitare le sue pur difficili funzioni in un clima politico di assoluta irrazionalità.
D: E allora?
R: Mi auguro che la classe politica in generale abbia la capacità, pur senza l’aiuto dello spirito Santo, di imitare la Chiesa che sempre è riuscita ad eleggere Pontefici adeguati nel momento in cui si è svolto il Conclave. Non a caso questa Istituzione esiste, anche se a volte intaccata da vicende non sempre esaltanti, da 2000 anni. Un Presidente adeguato, largamente apprezzato, sarebbe un primo qualificato segno di un nostro “Rinascimento” morale che inciderebbe inevitabilmente sulla ripresa della credibilità dell’attuale classe dirigente. Analogo discorso varrà sulla legge elettorale all’esame del Parlamento.
D: Se così non fosse?
R: Avremmo l’obbligo di ritenere delegittimata questa maggioranza di Governo e di dichiarare terminata l’attuale legislatura ritenendola un bluff istituzionale che ha provocato solo danni agli Italiani.