Moschee, Forte (PpI Milano /Polo Milanesi): “Bene stop bando dopo nostro odg. Discutere criteri”
MILANO – «Esprimiamo soddisfazione per la scelta di non pubblicare il bando sui luoghi di culto in questi giorni e di tornare in Consiglio comunale per eventualmente discutere la modifica dei criteri di valutazione dei progetti, come richiesto dal nostro Ordine del giorno» così i consiglieri comunali del Polo dei milanesi, Manfredi Palmeri, Carmine Abagnale e Matteo Forte. «Le nostre proposte si limitano a recepire quanto da sempre previsto dalla cosiddetta normativa sui culti ammessi per quelle confessioni che non hanno siglato un’intesa con lo Stato, ovvero la possibilità di far approvare dal Viminale i ministri del culto. È chiaro che non si tratta di una condizione per l’esercizio libero della propria fede, già garantito dalla Costituzione, ma per la fruizione di un’area comunale messa a gara. E dal momento che tale approvazione comporta il riconoscimento del valore civile di certi riti compiuti dal ministri del culto, come ad esempio il matrimonio, è giusto che questi siano adeguatamente formati sulle leggi italiane, partecipando a corsi patrocinati dalla Direzione centrale Affari dei culti». «Speriamo – spiegano i consiglieri del Polo dei milanesi – che Giunta e maggioranza non decidano di esprimersi contro proposte che riconducono il tutto nell’alveo dell’ordinamento vigente, seguendo suggerimenti che nel corso degli anni sono giunti dagli stessi governi che si sono succeduti ed hanno affrontato il tema». Aggiunge in conclusione Matteo Forte: «Rimane tuttavia la preoccupazione per quanto fatto fino ad ora dalla Giunta. Certe organizzazioni che rimangono iscritte all’albo comunale non dovrebbero proprio partecipare al bando. Pensiamo ad esempio alla turca Milli Gorus, affiancata ad Hamas ed Al Qaeda nel Rapporto 2013 del Ministero degli Interni tedesco. Ci preoccupa che chi molto probabilmente seguirà un progetto da presentare per il bando, e cioè il responsabile dell’area servizi edilizi e immobiliari del Caim, sia anche membro dell’Alleanza islamica d’Italia, il 39esimo gruppo della lista nera appena stilata dal governo degli Emirati Arabi, e che ha la sede allo stesso indirizzo del Coordinamento promosso da Piccardo».